Emma e il cappellino magico, Jaca Book
Annabianca Vincenzi, Nadia Fantacci, Emma e il cappellino magico, Jaca Book, 2021, pp.32, euro 14.00, +4
“Emma e il cappellino magico” non è solo un libro per bambini, ma è prima di tutto una storia vera. È la storia di Emma che a soli due anni e mezzo viene investita da una macchina mentre si trova nel giardino del suo asilo. Una vicenda surreale venuta alla ribalta della cronaca nel 2019 quando la bambina, dopo una disperata corsa in ospedale, viene operata d’urgenza in condizioni critiche.
Oggi Emma ce l’ha fatta, si porta ancora dietro i segni di quello sfortunato giorno che ha irrimediabilmente cambiato la sua vita e quella della sua famiglia. Il libro racconta proprio questa storia di dolore e di rinascita, riadattata per il pubblico dei più piccoli. L’incidente si verifica in un bosco dove Emma sta giocando insieme ai suoi amici, cade e batte la testa, piuttosto che in asilo, un luogo che per tutti dovrebbe essere sinonimo di sicurezza e di protezione.
Nelle illustrazioni di Nadia Fantacci sono inserite delle immagine fotografiche, come l’elicottero dei soccorritori o il letto dell’ospedale, scelta pensata insieme all’autrice Annabianca Vincenzi, mamma di Emma. Non sono infatti molti i libri che trattano l’argomento dell’ospedalizzazione dei bambini e delle difficoltà che devono affrontare gli adulti coinvolti. Con “Emma e il cappellino magico” si cerca di rendere famigliare l’ambiente medico e ospedaliero a tutti i bambini che devono affrontare delle cure, andare in ospedale o semplicemente fare una visita. È compito degli adulti rispondere in modo sincero alle domande dei più piccoli, sia a quelle più comuni che a quelle più complicate riguardanti per esempio le malattie. In tal senso il finale della storia rispecchia la realtà: Emma è di nuovo a casa, ma dovrà tornare spesso in ospedale per fare delle viste.
Quale miglior regalo di Natale se non un libro che oltre che far riflettere fa anche del bene? Infatti l’intero ricavato delle vendite sarà devoluto a Neuroland, l’associazione fondata da Paola Peretta che ha curato Emma e a Casa Oz, che ha ospitato la nonna e il fratellino di Emma, Tommaso, mentre la sorella era ricoverata e i genitori dovevano prendersi cura di lei.
(Ludovica Brunamonti)