Diario di un bibliotecario in Inghilterra.
di Dario Carere
Lavorare in una biblioteca è appagante per molte ragioni, e tra queste c’è ovviamente il contributo che si ha per il benessere della comunità in cui si opera, sia questa una grande città o un piccolo paese. Mi sono servite molto la determinazione e la pausa (per me molto produttiva) della pandemia, per avere questa opportunità. Appena pochi anni fa non avrei mai immaginato di lavorare in una biblioteca all’estero.
Avevo la mia solida esperienza con il pubblico, i miei studi letterari, la mia passione mai spenta per le biblioteche e i libri in generale: questo ho offerto. Questo è bastato. Ciò che non sapevo me lo hanno insegnato sul campo colleghi esperti e motivati. Ho lavorato per un anno nella biblioteca centrale di Watford, un piccola città poco più a nord di Londra. Per me è stato un felice inizio: un edificio con un secolo di vita, non voluminoso, ma ricco di storia, con un consistente archivio di fotografie, mappe e numerosi computer.
La biblioteca era ancora nella fase post-covid quando sono arrivato: semideserta, con solo un paio di sedute e qualche computer disponibile, con l’ingresso sempre aperto, anche nelle giornate più fredde. Malgrado tutto quel silenzio, l’area dedicata all’infanzia era accogliente e piena di colore. I libri, però, sembravano pochi, e la cosa mi ha sconcertato (ho ripensato subito alla fornita Biblioteca De Amicis di Genova, dove sono cresciuto). Ma ho presto scoperto perché gli scaffali erano semivuoti: anche se con meno presenze del solito. Infatti era ancora in corso l’annuale Summer Reading Challenge, un’iniziativa nazionale che incoraggia le persone dai 4 agli 11 anni a leggere durante l’estate.
Ogni anno, da luglio a settembre, la sfida si presenta con una veste diversa (nell’estate appena trascorsa, il tema era l’ingegnosità e l’inventività), ma la missione del/della partecipante è sempre la stessa: leggere sei libri prima della data stabilita e scriverne i titoli sull’apposito volantino/poster, così da ricevere dalla biblioteca un simpatico attestato e una medaglia (solitamente metallica, ma quest’anno era di legno). Una condizione: occorre essere utenti della biblioteca. Adesivi da applicare sul poster fanno da “premio intermedio” per ogni due libri letti. L’iniziativa ha un larghissimo seguito in tutta la nazione: io stesso l’ho promossa quest’anno nelle scuole insieme ad alcuni colleghi, che partecipano sempre con curiosità ed entusiasmo e grande motivazione professionale. Diffuso in quasi tutte le biblioteche della regione è anche il Baby Rhyme Time, un evento settimanale per i più piccoli prenotabile online (con accesso gratuito).
Tramite canzoncine e filastrocche, il personale della biblioteca regala ai/alle bambini/e mezz’ora di gioco che si rivela preziosa per le loro competenze linguistiche e motorie, e naturalmente per il loro divertimento. Le recensioni all’evento da parte dei genitori sono molto positive, e si tratta anche di un’ottima occasione per conoscere i servizi della biblioteca e per fare comunità.
Lo Story Time è per bambini un po’ più grandi. Leggere un bel libro illustrato a un gruppo di giovanissimi è sempre un’esperienza elettrizzante, e mi è anche capitato, con mia sorpresa, di dover fare una “prova di lettura” in colloqui per altre biblioteche, per testare la mia chiarezza nel leggere e il mio tono di voce. Ingenerale, c’è grande attenzione per l’infanzia, e il personale è formato per conoscere l’importanza educativa e sociale delle biblioteche. Non mancano visite guidate dedicate alle scuole per far conoscere a bambini e ragazzi, il mondo delle biblioteche e per fidelizzare nuovi utenti, con piccoli eventi di intrattenimento, come ad esempio il recente spettacolo dedicato alla famosa storia di Jack e il Fagiolo Magico.
Qualche mese fa ho assistito con piacere ad un workshop per bambini/e organizzato da un illustratore della famosa rivista a fumetti Beano. Partecipare a tali eventi solitamente non costa più di due o tre sterline. La sezione per bambini/e è piena di libri riguardanti l’uguaglianza, la diversità, la varietà di genere, religioni ed etnie, i vari tipi di famiglie e tradizioni. Bambini/e da tutto il mondo possono riconoscersi nei libri che leggono; nessuno viene trascurato. Ci sono anche libri in lingua ed in braille, nonché splendidi fumetti. Grazie alla propria tessera, che è valida in tutte le biblioteche dell’Hertfordshire, il/la bambino/a può anche avere accesso ad un’app in cui prendere in prestito degli e-book, e tutti i membri più giovani di 16 anni possono ordinare libri da altre biblioteche della regione gratuitamente.
La biblioteca offre anche dei tablet che tutti gli utenti possono prendere in prestito per un’ora grazie alla propria tessera. Per i giovani lettori anche in età prescolare la tessera ha ora un simpatico design, studiato appositamente per loro, Quando un lettore di questa età si iscrive alla biblioteca gli viene consegnato un certificato con il suo nome, che dichiara solennemente l’inizio della sua “carriera” di lettore/lettrice. Watford mi ha insegnato l’importanza che una biblioteca può avere nella sua comunità.
Si tratta di un’importanza che va oltre la lettura. Le biblioteche sono nodi fondamentali di educazione, alfabetizzazione digitale, aperto a tutti, nessuno escluso. È ovvio che tale ruolo si esprime soprattutto attraverso l’attenzione rivolta al pubblico più giovane. Così come è successo a me a Genova ormai tanti anni fa, i giovani/le giovani che si sentono accolti in una biblioteca non accedono solo ad un servizio, ma ad un nuovo modo di vivere la propria comunità, arricchendo la propria vita. Ora ho iniziato un nuovo viaggio nella biblioteca di Hemel Hempstead (poco più a nord, sempre nell’Hertfordshire). Sono consapevole che penserò alla mia esperienza professionale a Watford, come un prezioso punto di partenza per molti lettori e lettrici di domani. In fondo la biblioteca è un punto di incontro con le storie e i propri coetanei, con l’insostituibile ruolo dei bibliotecari mediatori e facilitatori per un viaggio di maturazione e crescita dei giovani attraverso la lettura.