“Viaggio oltre l’ignoto”: un’indagine tra intelligenze a confronto

Viaggio oltre l’ignoto

Viaggio oltre l’ignoto. Una sfida tra creatività umana e Intelligenza Artificiale, Pierdomenico Baccalario, Marco Magnone e Davide Morosinotto, Il Castoro, 2024, pp. 192, Euro 15.00, da 11 anni.

Quando si parla di editoria e intelligenza artificiale ci si interroga sul ruolo delle macchine nella scrittura di libri e articoli. È sufficiente una breve ricerca in rete per trovare molteplici prodotti confezionati tramite l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale, ma cosa si cela dietro simili processi? Sono stati fatti molti passi avanti rispetto al lontano 1950, anno in cui l’ormai celebre test di Alan Turing si poneva l’obiettivo di stabilire se le macchine fossero in grado di eguagliare i comportamenti umani sino a non essere più in grado di distinguere l’operato di uno da quello dell’altro. La questione va ben oltre la qualità dei prodotti che un sistema è in grado di fornire, d’altronde se si guarda al mercato editoriale vi sono molteplici libri in circolazione di scarsa qualità pubblicati da esseri umani.

Un interessante esperimento tutto italiano che indaga proprio le capacità umane a confronto con quelle delle macchine nasce dall’idea di tre grandi scrittori di letteratura per ragazzi, Pierdomenico Baccalario, Marco Magnone e Davide Morosinotto. Un “doppio libro”, due storie a confronto che partono dallo stesso input, ma scritte da “mani” differenti. Nasce così “Viaggio oltre l’ignoto. Una sfida tra creatività umana e Intelligenza Artificiale”il primo esperimento editoriale che vede il talento umano a confronto con le capacità dell’Intelligenza Artificiale, pubblicato da Il Castoro nel 2024.

La domanda a cui ruota attorno questo ambizioso progetto è se l’intelligenza artificiale sia in grado di competere con la creatività umana e se davvero siano sufficienti poche ore per dar vita a un libro utilizzando un sistema come ad esempio GPT. Per rispondere al quesito il testo si compone da due diversi racconti rivolti ad un target dagli 11 ai 13 anni: il primo “Cuore d’onda”, scritto da un’intelligenza artificiale, il secondo “Sette giorni”, dell’autrice emergente Valentina Federici.

Se si pensa al processo per la stesura di una storia solitamente un autore in carne ed ossa attinge dal proprio bagaglio conoscitivo e di esperienze, lavora fianco a fianco con un team di persone che leggono e danno indicazioni su quanto scritto. Con un’intelligenza artificiale invece, in questo caso, si è reso necessario utilizzare una molteplicità di sistemi complessi che gli autori hanno dovuto indirizzare.

A entrambe è stato fornito un medesimo “seed”, ovvero lo spunto da cui partire per sviluppare un racconto, oltre ad alcune istruzioni su trama e personaggi. Come precedentemente evidenziato una scrittrice umana si basa sul vasto bagaglio delle proprie esperienze, mentre la macchina è priva di esperienze da cui attingere e conseguentemente necessita di essere “addestrata”. Ed è proprio ciò che hanno fatto Pierdomenico Baccalario, Marco Magnone e Davide Morosinotto, un lavoro complesso e articolato, sfatando il mito che l’intelligenza artificiale restituisca un racconto finito e di senso compiuto in poche ore. 

La stesura della storia si è infatti rivelata un processo decisamente complicato colmo di variabili da tenere in considerazione, dove certamente non è sufficiente inserire qualche dato in un sistema. Come hanno spiegato gli autori, l’intelligenza artificiale per dar vita a un racconto degno di questo nome, con una narrazione lineare, senza ripetizioni e frasi fuori luogo ha avuto bisogno di un vastissimo intervento umano. “Viaggio oltre l’ignoto” è perciò il frutto del lavoro dei tre autori, di Valentina Federici e differenti sistemi quali GPT, il modello linguistico Claude e l’applicazione DeepL. Per interagire con queste intelligenze si è utilizzato: Gmail, WhatsApp, Slack, ChatGPT, Sudowrite, le app di Claude e DeepL e una piattaforma chiamata OpenPlayground. Non è certo bastato un “click” per ottenere il primo racconto!

Seguendo i seed impartiti dagli autori nascono due racconti di fantascienza con punti in comune, ma con uno stile e uno sviluppo totalmente differenti. L’intelligenza artificiale restituisce un racconto più semplice rispetto a quello umano, dove vi è la costante necessità di una guida poiché manca la percezione dell’effetto che hanno le parole scritte in una narrazione. Con grande sorpresa viene riservato ampio spazio a sentimenti ed emozioni: la macchina sta tentando di replicare l’essere umano caratterizzato proprio da questi aspetti?

Il racconto di Valentina Federici invece è molto più articolato e si percepiscono tutte le suggestioni che derivano dalle esperienze di lettrice, dai film visti, dalla conoscenza del contesto dell’editoria per ragazzi odierno e da tutto ciò che l’ha influenzata nel corso della vita.

A questo punto si potrebbe essere curiosi di scoprire e mettere a confronto le due storie. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i ragazzi a cui questi sono destinati, quale hanno preferito e se trovano che quello scritto da mani “non umane” possa eguagliare il risultato dell’autrice in carne e ossa. Si potrebbe accendere un dibattito nelle aule scolastiche e programmare dei laboratori di scrittura a più mani dando vita a racconti sperimentali.

Non si può negare che i sistemi di intelligenza artificiale stiano entrando “prepotentemente” nella vita di tutti i giorni, compresa la scuola e lo studio dei giovani. I ragazzi ne vengono in contatto attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, ma hanno una guida e delle basi per utilizzarli in modo costruttivo? Così come in questi anni si sta lavorando sull’educazione digitale sin dall’infanzia sarebbe auspicabile un’educazione anche per quel che riguarda l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Come suggeriscono gli autori di “Viaggio oltre l’ignoto” questi sistemi sono molto bravi a schematizzare, sintetizzare, riassumere per questo motivo potrebbero essere ottimi assistenti per gli autori, dare suggerimenti da cui partire per scrivere un’opera, redigere sinossi e scalette, scrivere bozze e descrizioni, incipit. Nello stesso modo potrebbero divenire fonte di ispirazione anche a scuola, facendo nascere nuove forme di scrittura partecipata e progetti realizzati con la collaborazione di essere umani e macchine.

Ludovica Brunamonti